Milano 13 dicembre 2014. Gli anarchici non dimenticano né archiviano
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Milano 13 dicembre 2014. Gli anarchici non dimenticano né archivianoMilano 13 dicembre 2014: lo spezzone della sezione italiana dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori (USI-AIT) al corteo studentesco per ribadire una verità storica incontrovertibile che nessuna sentenza passata in giudicato può cancellare: Valpreda è innocente; Pinelli è stato assassinato; la strage è di Stato! Gli anarchici non dimenticano né archiviano.
Umanità Nova a Cesena
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Umanità Nova a CesenaA CESENA inizierà dalla prossima settimana la diffusione di UMANITA NOVA presso l’edicola in Corso Garibaldi, sotto i portici nei pressi del Bar Roma.
Salvatore Palidda – Razzismo democratico. La persecuzione degli stranieri in Europa
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Salvatore Palidda – Razzismo democratico. La persecuzione degli stranieri in EuropaA trent’anni dall’inizio della rivoluzione liberista riemergono pratiche e discorsi analoghi a quelli adottati nei secoli scorsi nei confronti dei popoli colonizzati e dei lavoratori che osavano cercare di emanciparsi. Come negli Stati Uniti, anche nei paesi europei il crime deal è ormai una realtà le cui ricadute sociali sembrano ancora sconosciute.
I testi qui raccolti, realizzati dai ricercatori europei del progetto Crimprev, studiano il processo di criminalizzazione su migranti, zingari e marginali autoctoni, la “tolleranza zero” e l’esasperazione delle paure e delle insicurezze. Attraverso un’analisi critica dei dati statistici, tutto ciò è interpretato come un’efficace risorsa politica ed economica del potere neoconservatore.
Giustizie
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su GiustizieArresti in Catalogna: manifestazioni in Spagna
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Arresti in Catalogna: manifestazioni in SpagnaParma, 21 dicembre. L’internazionalismo libertario nelle lotte sociali
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Parma, 21 dicembre. L’internazionalismo libertario nelle lotte socialiNewscomidad. La petroguerra contro la Russia
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: comidad | Commenti disabilitati su Newscomidad. La petroguerra contro la RussiaNEWSCOMIDAD
Ecco le news settimanali del Comidad: chi volesse consultare le news precedenti, può reperirle sul sito http://www.comidad.org/ sotto la voce “Commentario”.
LA PETROGUERRA CONTRO LA RUSSIA
Da parte dei commentatori economici è stato dato scarso rilievo all’anomalia costituita dal brusco calo dei prezzi del petrolio in presenza di una guerra in Medio Oriente. A riguardo non vi sono infatti precedenti storici, dato che in passato la conflittualità medio-orientale è stata sempre strumentalizzata – e fomentata – per favorire impennate dei prezzi del petrolio. La Guerra del Kippur del 1973 e la Guerra del Golfo del 1991 rappresentano i due casi più noti a riguardo. Alla guerra in Medio Oriente si aggiunge la crisi ucraina, che interessa direttamente le vie di approvvigionamento di una materia prima come il gas; una circostanza che in passato non avrebbe mancato di spingere al rialzo i prezzi della materia prima che è diretta concorrente del gas, cioè il petrolio.
Le attuali analisi economiche teorizzano una sorta di “guerra di tutti contro tutti” tra i produttori di petrolio, una guerra che secondo alcuni penalizzerebbe in egual misura produttori come la Russia e gli USA. La propaganda di marca USA è invariabilmente all’insegna dell’autocommiserazione, perciò non mancano i piagnistei sui poveri Americani, che avrebbero potuto finalmente starsene a casa loro a farsi i cazzi propri, ciò grazie all’indipendenza energetica ottenuta con il “fracking” delle rocce di scisto; ed invece gli USA ora sarebbero ancora costretti a continuare ad interessarsi del resto del mondo a causa della sua cattiveria. (1)
Ma la “guerra di tutti contro tutti” in sé non spiega nulla, poiché essa costituisce una condizione di base dei rapporti internazionali, che non esclude affatto alleanze contro nemici comuni. Si richiama spesso – e si contesta altrettanto spesso – la formula secondo cui la guerra avrebbe “cause economiche”. La facilità con cui è possibile contestare affermazioni del genere deriva dalla loro stessa vaghezza. “Economia” è un concetto talmente lato ed astratto che si può argomentare con altrettanta forza in un senso o nell’altro. Se invece si osserva che militarismo ed affari costituiscono un intreccio inestricabile, si fa una semplice constatazione di fatto. La guerra e le armi sono oggettivamente dei business, allo stesso modo in cui il business diventa frequentemente un’arma da guerra. Vi sono poi “merci” che vanno addirittura oltre questa considerazione di carattere generale. Il petrolio, ed anche l’oppio, sono infatti merci in cui il contenuto militaristico e bellico supera di gran lunga aspetti come il costo di produzione o il meccanismo di domanda e offerta. Espressioni come “guerre dell’oppio” o “guerre del petrolio” sono quindi pleonastiche, inutilmente ripetitive, poiché basta riferirsi al petrolio o all’oppio per implicare l’esistenza di uno stato di guerra.
Se la guerra in Medio Oriente non ha determinato un aumento dei prezzi del petrolio, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che in questa circostanza è il ribasso dei prezzi ad essere divenuto un’arma da usare contro gli avversari. L’attuale conflitto siro-iracheno vede schierati da una parte gli USA con le petromonarchie sue alleate, e dall’altra la Russia e l’Iran, sostenitori del regime di Assad in Siria. Mentre i media statunitensi offrono una rappresentazione tanto fiabesca quanto cruda e ripugnante dell’Isis (il sedicente Califfato), le milizie dello stesso “Califfato” continuano ad essere finanziate da un fido alleato della NATO, il Qatar. Nel Regno Unito il fatto è talmente noto che persino il primo ministro inglese Cameron ha dovuto recentemente, almeno a livello di mera dichiarazione, prendere le distanze dall’emiro del Qatar, se non altro fingendo di porre sul tavolo la questione dei finanziamenti all’Isis. (2)
La Russia è addirittura impegnata su due fronti che interessano direttamente i suoi confini, dato che oltre che la Siria, dall’anno scorso c’è in ballo anche l’Ucraina. In questo contesto, la politica al ribasso dei prezzi del petrolio è stata avviata dall’Arabia Saudita, che è alleata degli USA ed anch’essa indicata dalla stampa britannica come finanziatrice dell’Isis. Il ribasso dei prezzi costituisce quindi un episodio delle guerre in Siria, Iraq ed Ucraina, cioè un attacco diretto a Paesi come la Russia e l’Iran, più dipendenti dal petrolio per mantenere i propri equilibri finanziari. Il dumping dell’Arabia Saudita non si spinge ovviamente a sfiorare neppure alla lontana il sottocosto, ma il calo del prezzo del petrolio determina ugualmente un crescente stress finanziario per i Paesi più deboli. I ribassi praticati dall’Arabia Saudita, hanno infatti costretto Mosca e Teheran a spingere i prezzi ancora più giù per salvaguardare vendite e profitti. Altrettanto ha dovuto fare l’Iraq. (3)
Non si tratta quindi di una semplice guerra commerciale, dato che in questo caso il commercio è direttamente usato come arma di una guerra già combattuta sul terreno. Come era prevedibile, il calo del prezzo del petrolio ha posto anche il rublo sotto pressione. La scommessa del dipartimento di Stato USA è che il regime Gazprom-putiniano non possa reggere ad un basso prezzo del petrolio. (4)
Le crescenti difficoltà di Gazprom fanno sì che diventino sempre più “economiche” le sue azioni, cosa che rende più facili eventuali ingressi condizionanti da parte di “investitori” stranieri. Nel maggio scorso infatti il gruppo Rothschild ha avviato l’acquisto di azioni Gazprom. (5)
18 dicembre 2014
Video realizzato da liceali milanesi: “Lancia il Pinelli”
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Video realizzato da liceali milanesi: “Lancia il Pinelli”il video per Pinelli fatto da alcuni liceali milanesi,
http://video.corriere.it/lancia-pinelli/5054714c-850f-11e4-bef0-810da32228c1
Alessandria. Venerdì 19 dicembre presidio NoTav
Posted: Dicembre 18th, 2014 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Alessandria. Venerdì 19 dicembre presidio NoTavIl Laboratorio Anarchico PerlaNera vi invita
Venerdì 19 /12 dalle ore 17.30 all’INIZIATIVA DI SOLIDARIETA’
a Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò
Alessandria, c.so Roma
Prove Tecniche
di
Regime “Democratico”
L’arroganza : è risaputo che in Val di Susa (e non solo) la stragrande maggioranza della popolazione è contraria al Tav, perché il Tav in Val di Susa come da noi il terzo valico è un’ opera dannosa, inutile e costosa .
E’ risaputo che migliaia e migliaia
di persone hanno manifestato in tutti i modi il proprio dissenso ma lo Stato, che continua spudoratamente a definirsi nato dalla resistenza, non ascolta le parole della valle e di tutte quelle persone che in tutti questi anni hanno espresso chiaramente le proprie idee al riguardo.
Insomma chi ci governa ha un concetto della democrazia di questo tipo :
” Tutti sono liberi di manifestare il proprio dissenso, di difendere la propria salute, la propria vita, che siano pochi o tanti poco importa, perché comunque noi, i governanti, non ne teniamo minimamente conto! E guai a chi si mette di mezzo perché va bene che si facciano delle chiacchiere ma le decisioni le fa il governo!”
Il bivio : è logico stando così le cose che chi non si rassegna e vuole dare un senso alla sua lotta, cerca altri metodi,
tra questi c’è (non solo ma anche) quello di danneggiare gli strumenti che permettono un atto di violenza contro la popolazione. A favore di questa pratica si era espresso chiaramente in passato
anche il Mahatma Gandhi.
I Fatti : La notte tra il 13 e il 14 Maggio 2013 nel cantiere per la costruzione del Tav a Chiomonte, alcuni ragazzi fanno irruzione nel cantiere e danno fuoco
ad un compressore.
L’Arresto : il 9 Dicembre 2013 i PM Rinaudo e Padalino accusano Chiara,Claudio, Mattia e Nicolò di attentato con finalità di terrorismo (?) e da allora sono rinchiusi nelle patrie galere in regime di carcere duro e di isolamento (Mattia e Nicolò sono a S. Michele, Alessandria). Con la sentenza di mercoledì 17 Dicembre è caduta l’assurda tesi del terrorismo cara all’accusa che a lungo ha spiegato che danneggiare un compressore equivale a mettere al pubblico ludibrio il modus operandi dello stato che invece è irreprensibile e democratico. Vero?
Seguendo questa logica …… chi si ribella va punito!
Vanno puniti gli operai che reclamano un lavoro!
Vanno puniti gli studenti che chiedono scuole che funzionino e non cadano a pezzi!
Vanno puniti gli occupanti di case sfitte e vuote!
Vanno manganellati i manifestanti che difendono il proprio territorio!
A volte vanno anche puniti, altre volte magari anche eliminati, così è infatti successo ad inermi cittadini come
Stefano Cucchi, Aldrovandi, Uva, Mastrogiovanni… ecc…ecc….
La sentenza : Oggi siamo qui perché mercoledì 17 Dicembre è stata emessa la sentenza contro quattro ragazzi che hanno già passato circa un anno in prigione per aver danneggiato un compressore,
la sentenza pur avendo tolto l’accusa di terrorismo resta pesante 3 anni e 6 mesi,
mentre ladri e parassiti hanno rubato senza scrupoli quando gestivano la cosa pubblica,
mentre restano impuniti crimini all’umanità come l’Eternit a Casale .
Tutto ciò è assurdo!
In queste settimane migliaia di persone hanno espresso la loro solidarietà a Nicolò, Mattia, Chiara e Claudio, migliaia
di persone che hanno gridato “quella notte c’eravamo anche noi!!”
Certamente noi ci sentiamo molto più vicini a questi quattro ragazzi
(sia nelle pratiche che nelle rivendicazioni) che a questo
Regime “Democratico”!!!
Commenti recenti