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Torino. Contro tutti i manicomi! Contro la psichiatria! Difendiamo il Barocchio Squat!

Posted: Agosto 28th, 2015 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Torino. Contro tutti i manicomi! Contro la psichiatria! Difendiamo il Barocchio Squat!

Con la delibera 30 marzo 2015, n. 42-1271, la Giunta regionale piemontese
ha programmato gli interventi finalizzati al superamento degli Ospedali
Psichiatrici Giudiziari (OPG), concentrandosi sull’apertura di 2 REMS
(Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), di cui una presso
la Comunità “il Barocchio” di Grugliasco, adiacente al Barocchio Squat.
Nel totale silenzio delle istituzioni, nei prossimi mesi si procederà al
trasferimento degli attuali “utenti in cura” della Comunità verso un’altra
struttura residenziale, come fossero “merci”, e allo sgombero della casa
occupata per “bonificare” l’area in cui sorgerà il miniOPG.
Le REMS infatti non rappresentano un superamento degli OPG, come invece
sostiene la legge 81/2014 che ne ha stabilito la chiusura dal 1 aprile
2015, ed infatti a Castiglione delle Stiviere a Mantova, il passaggio da
OPG a REMS si è di fatto limitato al cambiamento della targa all’ingresso!
Un’altra riforma nominalistica insomma, come quella che nel 1945 ne aveva
cambiato il nome da “Manicomio Criminale” a “Manicomio giudiziario”, e poi
ancora nel 1975 al più rassicurante “Ospedale psichiatrico giudiziario”.
Si chiudono i sei manicomi criminali, per aprire nuove strutture in ogni
regione, magari più accoglienti, gestite da personale sanitario e non più
dall’amministrazione penitenziaria, ma al cui interno continuerebbero a
perpetrarsi arbitrarietà, ingiustizie e reclusione prolungata ed
immotivata, visto che, finito di scontare la pena, i reclusi saranno
comunque costretti a seguire dei programmi terapeutico-riabilitativi
individuali attivati dai DSM, ossia una presa in carico vitalizia del
“malato” che prevede il trasferimento in altre strutture psichiatriche
territoriali e linizio di un processo infinito di assistenza psichiatrica
e di reinserimento sociale, promesso ma mai raggiunto, legato ad attività
e percorsi coercitivi, obbligatori e repressivi.
Nelle REMS, così come era nei vecchi manicomi, la responsabilità della
custodia dei reclusi, viene affiancata al concetto di “cura” e passa tutto
nelle mani della psichiatria, che nasce proprio come scienza della
normalizzazione e della reclusione, prima di elevarsi a “scienza medica”,
come dimostra il fatto che la reclusione manicomiale è storicamente
antecedente ai trattamenti e alle cure psichiatriche.
Con la nuova legge non si è inoltre superato il concetto di pericolosità
sociale, alla base di queste istituzioni, che è una nostra pesante eredità
fascista: la normativa sugli OPG risale infatti al codice Rocco del 1930,
e risente della considerazione che allora si aveva della malattia mentale,
alla sua lombrosiana associazione alla violenza e al reato: il “folle” era
considerato incurabile, pericoloso, irresponsabile e quindi da isolare
dalla società e da rinchiudere per sempre in un’istituzione manicomiale,
in un’ottica di profilassi sociale volta a preservare il potere e la
comunità da comportamenti deviati, e quindi devianti.
Si chiude una scatola, per aprirne un’altra! Come se il manicomio fosse un
luogo e non un concetto, un’idea! Ed in più a Torino, si decide di farlo
volendo sbarazzarsi di una realtà, come quella del Barocchio Squat, che in
questi 23 anni di occupazione ha sperimentato e praticato l’unica
alternativa – se tale può considerarsi! – all’internamento psichiatrico, e
cioè una cultura non segregazionista e di esclusione, fondata su principi
e metodi di libertà, di solidarietà e di valorizzazione delle differenze
umane, quindi del tutto opposti a quelli repressivi e omologanti delle
istituzioni psichiatriche e carcerarie.
Pertanto esprimiamo la nostra solidarietà al Barocchio Squat, sicuri che
la città di Torino non resterà indifferente di fronte allo sgombero di una
delle sue storiche occupazioni, e pronti a lottare a fianco di tutti
coloro che vogliono imprigionarci all’interno di manicomi e carceri.

Contro lo sgombero di tutte le realtà occupate autogestite e libere

Contro l’apertura di tutte le REMS, e di ogni nuovo manicomio

Contro tutte le carceri e i progetti di finanziamento delle sezioni
psichiatriche presso le strutture penitenziarie. La delibera regionale
prevede infatti un finanziamento di ben 400mila euro al reparto di
osservazione Psichiatrica il Sestante del Carcere delle Vallette. Le
istituzioni carcerarie si servono così della psichiatria per stemperare il
conflitto, e garantirsi così un più semplice controllo della massa dei
detenuti, costretti a subire la reclusione e per di più in gravi
situazioni di degrado e  sovraffollamento.

Contro la psichiatria, i suoi luoghi e i suoi abusi, certi che non ci
possa essere alcuna possibilità di “cura”, riabilitazione e reinserimento
sociale finché non ci sarà il consenso, la volontà e la libertà degli
individui. La legge 180/78 che ha chiuso i manicomi, come quella che ha
oggi ha chiuso gli OPG, ha lasciato agli psichiatri la possibilità di
“curare” e drogare coercitivamente le persone, di sequestrare i cittadini
e imprigionarli in un repartino o in una comunità per un giudizio
arbitrario sul loro pensieri e comportamenti. I fatti di cronaca di questi
ultimi mesi, con ben tre morti uccisi durante una procedura di TSO
(trattamento sanitario obbligatorio) ne sono l’esempio: i ricoveri non
sono quasi mai volontari, poiché la possibilità di un TSO viene sempre
usato come ricatto; la maggior parte dei provvedimenti è legalmente non
corretto, sia per mancanza della visita dei 2 medici e la convalida del
sindaco e del giudice tutelare, sia per la mancanza delle tre condizioni
per cui, secondo la legge, si dovrebbe eccezionalmente optare per un
ricovero coatto (la presenza di alterazioni psichiche tali da richiedere
urgenti interventi terapeutici, il rifiuto delle cure, l’impossibilità di
attivare altre misure di assistenza e cura rispetto al ricovero
ospedaliero); la violenza con cui le persone vengono prelevate e costrette
al ricovero, quasi sempre messa in atto dalle forze dell’ordine e non da
personale sanitario. Altre vicende di cronaca ci hanno reso evidente
inoltre che anche dentro queste nuove strutture “postmanicomiali” le
persone vengono drogate coercitivamente senza avere informazioni sui
farmaci somministrati e che provocano dipendenza e gravi effetti
collaterali, non possono avvalersi dei diritti ad essi garantiti dalla
legge (in materia di libera uscita in caso di ricovero volontario, di
libertà nelle visite, di poter visionare la cartella clinica, etc), nonché
maltrattate e contenute: caso esemplare è quello di Francesco
Mastrogiovanni, in TSO nell’ospedale San Luca a Vallo della Lucania,
trovato morto dopo essere stato legato mani e piedi al letto
dellospedale, senza acqua né cibo, per oltre 80 ore, e di cui ci sarà la
sentenza del processo di secondo grado nel mese di settembre.

Siamo tutti socialmente pericolosi!

Collettivo antipsichiatrico Francesco Mastrogiovanni
Riunioni ogni lunedì alle 21 presso la FAI  Torino in corso Palermo 46
antipsichiatriatorino@inventati.org
345 61 94 300


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