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Anna Campbell – Rest in Power Fellow Worker

Posted: Marzo 28th, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Anna Campbell – Rest in Power Fellow Worker

Anna Campbell – Rest in Power Fellow Worker


Un’altra Italia nelle bandiere dei lavoratori

Posted: Marzo 28th, 2018 | Author: | Filed under: cinema | Commenti disabilitati su Un’altra Italia nelle bandiere dei lavoratori


Verenin Grazia, l’antifascista che Rimini ha spesso dimenticato

Posted: Marzo 28th, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Verenin Grazia, l’antifascista che Rimini ha spesso dimenticato

Verenin Grazia, l’antifascista che Rimini ha spesso dimenticato


L’INSEGNAMENTO DI MARGHERITA ZOEBELI

Posted: Febbraio 25th, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su L’INSEGNAMENTO DI MARGHERITA ZOEBELI

http://www.educareallaliberta.org/linsegnamento-di-margherita-zoebeli/

http://www.chiamamicitta.it/25-febbraio-1996-muore-margherita-zoebeli/


Colpi di martello sui chiodi della bara: la lunga (non-)morte del TAV #Torino – Lione | #notav

Posted: Febbraio 23rd, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Colpi di martello sui chiodi della bara: la lunga (non-)morte del TAV #Torino – Lione | #notav

https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/02/agonia-del-tav-torino-lione/


Voto a perdere

Posted: Febbraio 21st, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Voto a perdere

Voto a perdere

Ancora una volta la tornata elettorale pretende di narcotizzare le lotte e le mobilitazioni imponendo il principio della delega e della rappresentanza legittimando chi fa della politica l’esercizio di una professione volta a confermarre il dominio e lo sfruttamento.

Ancora una volta la campagna elettorale di questi mesi vede le principali forze politiche porre sul tavolo le stesse proposte: leggi liberticide, politiche razziste, l’aumento della repressione e della divisione tra gli sfruttati, il tutto giustificato agitando lo spauracchio della sicurezza e della criminalità.

Questa campagna terroristica si è sviluppata in modo costante negli ultimi dieci anni ed è stata portata avanti da tutti i principali schieramenti politici e dai grandi gruppi editoriali nazionali e locali che rispondono agli interessi dei loro padroni. Quelli che ora si lamentano a gran voce di «populismo» e xenofobia sono gli stessi che hanno alimentato il razzismo. Gli ultimi governi hanno approvato ulteriori restrizioni alle libertà come ben dimostrato dalla legge Minniti-Orlando.

L’origine della diffusione del razzismo a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e che grandissima parte ha avuto nella definizione delle parole d’ordine di questa campagna elettorale si situa nelle politiche criminali portate avanti dal governo Gentiloni: i morti nel deserto e i morti in mare causati dalle decisioni dei governi europei hanno la stessa valenza degli attacchi terroristici compiuti dalle organizzazioni fasciste e reazionarie.

Anche formazioni che si spacciano come nuovi soggetti politici, riproponendo la frusta e fallimentare forma del «partito dei movimenti», sono costituite da soggetti che in passato hanno votato le leggi che hanno dato il via alla macelleria sociale come il pacchetto Treu, i tagli della tassazione sui profitti aziendali e finanziari e hanno appoggiato il finanziamento della guerra in Afghanistan e Iraq.

Le successive riforme del diritto del lavoro, l’inasprimento della legislazione antisciopero, le partecipazioni a missioni belliche e le ulteriori riforme delle pensioni non sono altro che le figlie di queste precedenti decisioni a cui i «partiti dei movimenti» hanno attivamente partecipato.

Soggetti che si presentano come alternativi al sistema vigente, nati in contrapposizione alla «casta», si sono, come prevedibile, perfettamente integrati nel sistema che criticavano. Si sono distinti nei governi locali per aver condotto politiche antiproletarie nel solco di quanto è avvenuto a livello europeo negli ultimi anni e per avere aderito e promosso in modo entusiasta la campagna razzista.

L’aumento costante dell’astensionismo negli ultimi anni è il segnale di una profonda disaffezione verso i meccanismi parlamentari che siamo convint* che possa trasformarsi in un movimento di lotta sociale che sappia ribaltare radicalmente i rapporti di forza.

Laddove si sono dati dei movimenti di lotta, in ambito sindacale come nella difesa dei territori, si è dimostrato che le pratiche dell’azione diretta, del mutalismo e della solidarietatà tra gli sfruttati sono le uniche in grado di portare a dei risultati significativi.

Convegno Nazionale della Federazione Anarchica Italiana

Reggio Emilia, 17 febbraio 2018

Mozione


Violenza fascista a Macerata

Posted: Febbraio 4th, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Violenza fascista a Macerata

Macerata è una città della profonda provincia italiana, come tutte le altre città d’Italia, e come anche le periferie di Milano, Roma, Torino, Napoli, etc. La profonda provincia dove facilmente cresce ed esplode l’odio; dove si può chiamare scimmia una donna (a Fermo) ed ammazzare il marito che la difende. Una provincia rabbiosa e viscerale, come quella di Firenze dove sette anni fa vennero uccisi due senegalesi, o Busto Arsizio, dove tornano i roghi in piazza delle donne che la pensano diversamente, anche se, fortunatamente, solo in effige. E tanti altri, troppi, episodi squadristi di questi ultimi anni di cui c’è da perdersi, nell’elencare la violenza conseguente alla campagna d’odio della Lega, Casa Pound e Forza Nova, tollerata da molti altri, negata dai media e, funzionale a far dimenticare i veri problemi di questo paese, affogandoli in una guerra fra poveri.
In questi giorni sta uscendo nelle sale il film “Sono tornato”, scopiazzatura della versione tedesca “Lui è tornato”, con un taglio comico discutibile ed una lettura molto superficiale di cosa sia stato e di cosa è il fascismo, dimenticando che, al di là di ogni valutazione, commento, riscrittura e revisionismo (o negazionismo) il fascismo è in primo luogo violenza. Violenza fisica, sopraffazione, uccisioni, desaparecidos, stragi, guerre, e negazione delle libertà, razzismo, discriminazione. Il fascismo è far morire affogati i profughi in mare o congelati alla frontiera.
Il fascismo non è un momento passeggero della politica che può farsi più o meno autoritaria, una dittatura dolce, un … “prima gli italiani”. Non c’è stata idea politica in questo paese che non abbia concorso alla morte di così tanti italiani come il fascismo.
Di fronte a questo c’è chi pensa che un articolo della costituzione, una disposizione di legge, una mozione parlamentare, un ordine del giorno o un impegno istituzionale possano arginare la violenza montante. In realtà il fascismo si combatte rifuggendo la violenza, riconoscendo le diversità, non accettando nessun tipo di provocazione e garantendo altresì salute, scuola e lavoro a tutti. Il fascismo si combatte allargando i diritti e le libertà, civili, sindacali e sociali, non riducendole. Ma soprattutto il fascismo si combatte assumendo il coraggio di guardare in faccia la violenza politica, la sua banalità del male, la natura intrinsecamente anti-umana di ogni pensiero fascista.
La profonda provincia italiana ha di nuovo prodotto violenza. Qualcuno dirà “è un pazzo isolato”, molti purtroppo già stanno applaudendo lo sparatore del 3 febbraio a Macerata, incensandolo con un “Onore al camerata”. La maggioranza delle persone farà finta di nulla. Fino alla prossima violenza, fino a quando, forse, ci scapperà un linciaggio. O fino a quando si scoprirà che è troppo tardi per dire e fare qualcosa contro il fascismo.

F.A.I – Federazione Anarchica Italiana
sez. “M. Bakunin” – Jesi
sez. “F. Ferrer” – Chiaravalle

Gruppo Anarchico “Kronstadt” (senza fissa dimora) – Ancona


“Don’t let Afrin become another Kobane”

Posted: Gennaio 23rd, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su “Don’t let Afrin become another Kobane”

Academics and international human rights activists launched a petition calling upon world powers to act against Turkish aggression against Afrin.

https://anfenglish.com/rojava/don-t-let-afrin-become-another-kobane-24280

 


Imola, sabato 27 gennaio. “Imola dal ’68 al ’77. Movimenti e gruppi extraparlamentari di sinistra”

Posted: Gennaio 23rd, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Imola, sabato 27 gennaio. “Imola dal ’68 al ’77. Movimenti e gruppi extraparlamentari di sinistra”

Assemblea degli anarchici imolesi 

c/o Archivio Storico della FAI

Via F.lli Bandiera, 19 Imola

cortile interno, entrata dal parcheggio dell’ “Ospedale Vecchio

SABATO 27 gennaio 2017 ore 17:30

1968-1977, un “quasi decennio” che ha trasformato la società italiana a tutti i livelli.Una fase della nostra storia complessa da analizzare a causa delle sue molteplici sfaccettature e delle interconnessioni tra la dimensione locale, quella nazionale, e quella globale. Ma, anche un periodo storico spesso appiattito su definizioni troppo semplicistiche che ne colgono solo aspetti parziali, ancora appesantito da reticenze e segreti sia da parte di coloro che ne furono i protagonisti sia a livello istituzionale.

In occasione del cinquantenario dall’inizio di quella “era” una serata di dibattito su questi temi con la presentazione della tesi di laurea magistrale

Imola dal ’68 al  ’77.

Movimenti e gruppi extraparlamentari di sinistra

 presente l’autore

Filippo Servadei

Una occasione per una chiacchierata su questi eventi ormai relativamente distanti a livello temporale ma che ancora fanno sentire il loro peso. Se non altro per il fatto che spesso simboleggiano un “trauma” e che la conclusione di questa fase storica ha, sotto molti aspetti, comportato una frattura netta tra le generazioni che l’hanno vissuta, e quelle che sono venute dopo.


Davos. Ricchi e poveri

Posted: Gennaio 23rd, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Davos. Ricchi e poveri

Si è aperto oggi a Davos il Word Economic Forum. Ieri Lagarde, presidente dell’FMI, il Fondo monetario internazionale, nell’aggiornamento del World Economic Outlook, commentando le previsioni di crescita dell’economia sino al 2019, ha nei fatti alluso ad una possibile fine del ciclo espansivo e ad una nuova crisi finanziaria. Inutile dire che le ricette dell’FMI sono sempre le stesse: riduzione del debito pubblico e privatizzazioni, come lievito per l’economia. 

Sempre ieri è stato diffuso il nuovo rapporto dell’ONG britannica Oxfam.
Ne emerge un pianeta dove i poveri sono sempre più poveri ed i ricchi sempre più ricchi.
Il dossier per il quarto anno, restituisce la fotografia di un mondo in cui le disuguaglianze socio-economiche allargano sempre di più la forbice sociale.
I dati chiave del rapporto:

L’82% dell’incremento della ricchezza globale registrato nel 2017 è stato appannaggio dell’1% della popolazione più ricco, mentre il 50% più povero della popolazione mondiale non ha beneficiato di alcuna porzione di tale incremento.

L’1% più ricco della popolazione continua a detenere più ricchezza del restante 99%.

A metà del 2017 in Italia, l’1% più ricco possedeva il 21,5% della ricchezza nazionale netta. Una quota che sale a quasi il 40% per il 5% più ricco dei nostri connazionali.

Due terzi della ricchezza dei più facoltosi miliardari del mondo sono ereditati o frutto di rendita monopolistica ovvero il risultato di rapporti clientelari.

Nei prossimi 20 anni le 500 persone più ricche del pianeta lasceranno ai propri eredi oltre 2.400 miliardi di dollari, un ammontare superiore al Pil dell’India uno dei Paesi più popolosi del pianeta con 1,3 miliardi di abitanti.

Tra il 1995 e il 2016 il numero di persone che vivevano in estrema povertà con meno di 1,90 dollari al giorno si è dimezzato, eppure ancora oggi più di metà della popolazione mondiale vive con un reddito insufficiente che oscilla tra i 2 e i 10 dollari al giorno.

7 cittadini su 10 vivono in un Paese in cui la disuguaglianza di reddito è aumentata negli ultimi 30 anni.

Nel 2016 l’Italia occupava la ventesima posizione (su 28) in UE per il livello di disuguaglianza nei redditi individuali.

Nel 2015 il 20% più povero (in termini di reddito) dei nostri connazionali disponeva solo del 6,3% del reddito nazionale equivalente contro il 40% posseduto dal 20% più ricco.

Nel 2016 erano 40 milioni le persone “schiavizzate” nel mercato del lavoro, tra cui 4 milioni di bambini.

Solo nel 2016, le 50 più grandi corporation mondiali hanno impiegato lungo le proprie filiere produttive una ‘forza lavoro di 116 milioni di invisibili’, il 94% della loro forza lavoro complessiva.

A livello globale si stima che nel 2017 erano 1,4 miliardi le persone impiegate in lavori precari, oltre il 40% degli occupati totali.
Quasi il 43% dei giovani in età lavorativa a livello globale risulta disoccupato o occupato ma a rischio di povertà. In Italia il tasso di disoccupazione giovanile (18-24 anni) a novembre 2017 era del 32,7%.

A livello globale le donne subiscono in media un divario retributivo del 23% ed hanno un tasso di partecipazione al mercato del lavoro del 26% più basso rispetto agli uomini. Persino tra i ricchi si registra una sostanziale disparità di genere, 9 su 10 miliardari sono uomini.

L’Italia si è collocata all’82 posto su 144 Paesi esaminati dal World Economic Forum per il suo Global Gender Gap Index 2017. Per l’uguaglianza retributiva di genere (a parità di mansione) l’Italia si è collocata in 126esima posizione.

Nel 2016 tra i lavoratori dipendenti in Italia le donne prevalevano solo nel profilo di impiegato. Le donne rappresentavano appena il 28,4% dei profili dirigenziali nazionali.

Un AD di una delle 5 principali compagnie del settore dell’abbigliamento guadagna in 4 giorni ciò che una lavoratrice della filiera di produzione in Bangladesh guadagna nella sua intera vita lavorativa.

Questi dati rivelano che equità fiscale e aumento dei salari, le ricette indicate da Barbieri, il direttore di Oxfam italia, pur migliorando la condizione di chi lavora, non sono certo risolutive.
Non esiste alcun margine per un’ipotesi riformista.
Le insorgenze sociali vengono affrontate affinando i dispositivi securitari di controllo sociale.
La stessa industria 4.0 è al servizio di chi preferisce le macchine a lavoratori potenzialmente riottosi, specie in settori, come la logistica, dove le lotte sono in grado di mettere in difficoltà vera i padroni, facendo loro del male.

Ascolta la diretta dell’info di Blackout con Andrea Fumagalli, docente di economia all’università di Pavia, collaboratore di Effimera.

http://radioblackout.org/2018/01/davos-ricchi-e-poveri/