Posted: Dicembre 6th, 2016 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: libri | Commenti disabilitati su Rimini, venerdì 16 dicembre. DONNE CONTRO
DONNE CONTRO (CSA edizioni, 2013)
venerdì 16 dicembre 2016 ore 21.30
alla Biblioteca A. Libertad, presso Casa della Pace,
in via Tonini 5, Rimini centro.
incontro con l’autrice Isabella Lorusso
“E’ un libro pensato, realizzato e scritto da donne; donne che mi hanno accompagnata durante le interviste, suggerito percorsi di ricerca e ospitato nelle loro case. Donne con un fucile in spalla, un megafono in mano e un bisturi tra le dita. Donne in trincea e donne rinchiuse in casa; donne infermiere, scrittrici, donne miliziane e donne operaie. Donne appostate a ogni angolo di casa, a ogni palpito di lotta, a ogni trincea di vita.” (I.L.)
Isabella Lorusso nasce ad Ostuni, si laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Bologna e vive in molte città europee e sudamericane tra cui Barcellona, Cuzco, Lima, Madrid, Mosca e Buenos Aires dedicandosi all’insegnamento della lingua italiana in varie università e istituti di cultura. Rientrata in Italia termina un master in counseling e si iscrive alla facoltà di lingue di Bologna. Tra le sue pubblicazioni: Voci dal POUM, Otokongo e T1/3. Storia di un femminicidio editi da Ibiskos Editrice.
Per info:
libertad_fai_rimini@yahoo.it
tel. 3279482947
https://www.facebook.com/bibliolibertad/
Posted: Novembre 24th, 2016 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Anarres del 18 novembre. Psichiatria assassina, libertà e…
Ogni venerdì vi invitiamo a sbarcare su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout
Ascolta l’escopost:
http://radioblackout.org/2016/11/anarres-del-18-novembre-psichiatria-assassina-liberta-e-democrazia-godzilla-e-il-referendum-la-cattiva-fama-dellavvocato-valentini/
In questa puntata:
La psichiatria uccide. Martedì scorso la corte d’appello del tribunale di Salerno ha condannato a pene tra i 13 mesi e i due anni tutti i 17 medici e infermieri, responsabili della tortura e della morte di Francesco Mastrogiovanni.
Libertà e democrazia. Ne abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’università di Palermo. Leggi un suo articolo su Sicilia Libertaria
Godzilla e il referendum
Rom. Nuova retata in via Germagnano
Condannati quelli della Libera Repubblica della Maddalena. Una Repubblica contro la Repubblica
L’Aquila. La cattiva fama dell’avvocato Valentini
Documenti:
Torturato a morte. Nel processo di secondo grado per la morte di Francesco Mastrogiovanni sono stati condannati tutti i 17 imputati, tra medici e infermieri del repartino-lager dell’ospedale di Vallo della Lucania.
Le pene dei medici sono state ridotte, mentre sono stati condannati gli 11 infermieri che in primo grado erano stati assolti. I medici sono stati condannati a pene che vanno dai 13 mesi ai due anni, gli infermieri dai 14 mesi ai 15 mesi. Per tutti la pena è sospesa.Tutti in questi anni hanno continuato a lavorare in ospedali pubblici e continueranno a farlo.
Non auguriamo la galera a nessuno, nemmeno agli assassini di Francesco. Ci piacerebbe però non trovarli ancora in ospedale.
Purtroppo il consenso intorno alle pratiche psichiatriche è tale da trasformare il sequestro e la tortura come normali pratiche mediche. La psichiatria viene assolta con formula piena, le lievi condanne inflitte ai medici e agli infermieri ne sono il segno. Colpevoli di incuria, non di una pratica che ogni giorno sequestra, umilia, tortura uomini e donne nei repartini del nostro paese.
Due parole per ricordare Francesco.
Il 31 luglio del 2009 Francesco Mastrogiovanni entra nell’ospedale psichiatrico di Vallo della Lucania. Gli è stato imposto un TSO – trattamento sanitario obbligatorio.
Ne uscirà morto.
Francesco fa il maestro, in quei giorni è in vacanza al mare. Lo accusano falsamente di aver tamponato qualche auto e invece di una multa lo portano in repartino.
Per eseguire il “ricovero” mandano decine di carabinieri armati di tutto punto. Francesco ha su di se il marchio dell’anarchico pericoloso: nel 1972 venne ferito durante un aggressione fascista, che si concluse con la morte dello squadrista Falvella, ucciso con il suo stesso coltello dall’anarchico Giovanni Marini, che intervenne per aiutare Francesco.
Nel 1999 venne arrestato perché protestava per una multa. Calci, pugni e manganellate, poi un’accusa di resistenza e lesioni. Il carcere, una condanna a tre anni, poi cancellata in appello.
Francesco era da anni nel mirino degli uomini in divisa, degli uomini al servizio dello Stato. Lo sapeva e aveva paura. Quando lo hanno preso per il TSO disse “se mi portano all’ospedale di Vallo non ne esco vivo”.
In un rapporto di polizia venne definito “incompatibile ai carabinieri”, uno che canta “canzoni sovversive”. Basta per dichiararlo matto: il sindaco firma senza esitare il TSO.
In ospedale viene sedato pesantemente e legato al letto: le mani in alto, i piedi in basso. Crocefisso.
Viene lasciato lì senza cibo, senza acqua, senza “cure”. Griderà di dolore, ma nessuno lo ascolterà: sanguina dalle profonde ferite ai polsi inflitte dai legacci. Man mano la voce di Franco si farà più flebile, nella sete di aria dell’agonia. Verrà liberato 92 ore dopo, quando era morto da quasi sei.
I suoi parenti non potranno vederlo né avere sue notizie. Solo la loro caparbietà a non credere alle bugie dei medici ha fatto sì che questo crimine non passasse sotto silenzio.
L’agonia di Francesco viene ripresa dagli occhi impietosi ed indifferenti di una telecamera. Mai tanto impietosi e indifferenti come quelli dei “medici” e “infermieri”. Mai chiusi come quelli dell’infermiera che asciuga il suo sangue, senza badare all’uomo che agonizza inchiodato al letto.
Al processo il Pubblico Ministero, lo stesso che aveva chiesto il carcere per Francesco, investendolo con accuse infondate, fa il processo alla vittima, minimizzando le responsabilità dei carcerieri.
Nel procedimento di secondo grado, conclusosi il 15 novembre, i 17 medici e infermieri sono stati condannati a pene tra i 13 mesi e i 2 anni, con la condizionale. Non siamo giustizialisti: le sentenze che privano della libertà qualcuno non ci fanno gioire.
La giustizia che vogliamo è quella che elimina le sbarre e i legacci, che chiude con gli orrori della psichiatria, in un mondo senza carabinieri. Sì, perché anche noi, come l’anarchico Mastrogiovanni, maestro elementare assassinato dalla psichiatria e dalla forze dell’ordine, siamo, inguaribilmente, “incompatibili con i carabinieri”.
Il caso di Francesco è la punta di un iceberg enorme, ma spesso invisibile.
A quarant’anni dalla chiusura dei manicomi la psichiatria continua a torturare e, qualche volta, anche a uccidere.
Le prigioni per i “matti”, discariche sociali per contenere e reprimere gli incompatibili, sono tornate in forme diverse, ma la psichiatria continua a torturare e uccidere.
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Godzilla e il referendum
Fate fatica ad arrivare alla fine del mese? Siete nei guai con il padrone di casa? Stanno per sfrattarvi? Vi portano via i mobili perché avete perso il lavoro e non avete pagato le rate?
Di che vi lamentate? Il governo dice che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo.
Intanto per la povera gente vivere è sempre più difficile.
La destra fascista e leghista all’opposizione ci dice che è tutta colpa di chi è più povero di noi, dell’immigrato, del profugo di guerra: basta chiudere le frontiere e il nostro paese diventa l’Eldorado, dove tutti sono ricchi e felici.
Pure i Pentastellati vorrebbero chiudere le frontiere e cacciare tutti i senza documenti. Vorrebbero anche più galere per rinchiudere i corrotti e i corruttori. Poi tutto andrebbe a posto: noi saremo tutti felici di far ricchi i padroni per bene, saremo contenti che vi siano governi saggi che decidono cosa è meglio per noi.
Gli antagonisti invece hanno trovato la formula magica che risolve tutti i problemi. Votare No alla riforma costituzionale voluta dal governo, per far cadere Renzi e mandare al suo posto i 5 stelle, un partito autoritario, giustizialista, razzista e guerrafondaio.
Leghisti, fascisti, forza italici, pentastellati, rifondati ed antagonisti andranno tutti a votare No per cacciare Renzi. Anche la minoranza dello stesso PD voterà No per indebolire il governo.
La Carta costituzionale è solo carta. Nei fatti la Costituzione reale del paese è sempre stata lontana da quella formale, comunque condizionata dal trovare un equilibrio tra i maggiori partiti, in un paese destinato all’orbita statunitense. Al di là di qualche generico proclama, la Costituzione difende la proprietà privata e quindi il diritto allo sfruttamento del lavoro, delle risorse e delle nostre stesse vite.
La distanza tra la Costituzione formale e la Costituzione reale dimostra che le stesse regole del gioco del potere sono solo una vetrina da lustrare nelle cerimonie ufficiali tra il 25 aprile e il 2 giugno. Una vetrina che certa sinistra, radicale e non, sta lustrando per mettere in scena un’opposizione al governo che stenta a crescere nella società e si rifugia nel gioco referendario, dove c’è ressa per partecipare alla partita dei tutti quanti assortiti contro Renzi.
I richiami alla Resistenza farebbero infuriare i tanti partigiani che combatterono perché volevano che la sconfitta del fascismo fosse il primo passo verso la rivoluzione, senza padroni e senza un governo dei pochi su tutti.
In questi ultimi trent’anni chi ha governato ha distrutto diritti e tutele, strappati in decenni di lotte, di chi aspirava ad una totale trasformazione sociale.
I governi di questi decenni ci hanno detto che non c’erano soldi. Mentivano. I soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li hanno sempre trovati. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole.
Non vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono usarli per le guerre non dichiarate, che in barba alla Costituzione, i governi di destra e di sinistra hanno fatto in ogni dove.
Costruire un’opposizione sociale radicale e radicata è un percorso che non consente scappatoie.
Cacciare Renzi per far governare Di Maio? O Salvini, Berlusconi…
Non fa per noi. Cacciamoli tutti! Vadano via tutti!
Il gioco della Carta Costituzionale è come quello delle tre carte: non si vince mai. O, meglio, vince il ceto politico, vincono i populisti, il popolo del no euro, quello degli spaventati dalla finanziarizzazione dell’economia. Non si caccia un mostro evocandone un altro. Il Godzilla che esce dalle acque del Mediterraneo è un mostro nazionalista, che si nutre di muri e filo spinato, che sogna il protezionismo e l’autarchia. Può sconfiggere Renzi, come Trump ha sconfitto Clinton.
Tra i due o tre mostri che governano o aspirano a governare noi rifiutiamo di scegliere, scegliamo il rifiuto. Non vogliamo decidere la foggia delle nostre catene, perché vogliamo spezzarle.
Cambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi, le lotte territoriali, le occupazioni e riappropriazioni dal basso degli spazi di vita.
Un mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile.
Tocca a noi costruirlo.
www.anarresinfo.noblogs.org
Posted: Novembre 24th, 2016 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Incontri sulla Educazione libertaria. Vaso, creta o fiore? Educare alla libertà
Sabato 26 e domenica 27 novembre a Imola incontri sulla Educazione libertaria organizzati dalla Biblioteca “A. Borghi” di Castel Bolognese
Vaso, creta o fiore? Educare alla libertà
Incontri sulla Educazione libertaria organizzati dalla Biblioteca “A. Borghi”
Dopo le conferenze di Francesco Codello (21 ottobre) e Giulio Spiazzi (4 novembre), tenutesi nel Teatrino del Vecchio Mercato di Castel Bolognese, e il seminario con Giulio Spiazzi e Gabriella Prati nel fine settimana del 5 e 6 novembre a Imola, si terrà prossimamente il quarto degli incontri del ciclo “Vaso, creta o fiore?”, organizzato dalla Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” (BLAB), in collaborazione con l’Assemblea degli anarchici imolesi e la Biblioteca comunale “Luigi Dal Pane” di Castel Bolognese. L’iniziativa si colloca nell’ambito delle celebrazioni del Centenario della fondazione della “Biblioteca Libertaria” di Castel Bolognese, avvenuta nel 1916 a opera di un gruppo di giovani anarchici raccolti attorno a Nello Garavini.
► sabato 26, ore 15, e domenica 27 novembre, ore 9.30
Archivio Storico della F.A.I., via F.lli Bandiera 19, Imola
seminario con Maurizio Giannangeli e Rino Ermini:
Insegnanti di convinzioni libertarie nelle scuole istituzionali (problematiche)
Si coglie l’occasione per ricordare anche il quinto (e ultimo) appuntamento del ciclo:
► venerdì 16 dicembre, ore 20.30
Teatrino del Vecchio Mercato, via Rondanini 19, Castel Bolognese
conferenza pubblica con dibattito di Stefano d’Errico e Luciano Nicolini:
Il sindacalismo libertario in lotta contro l’autoritarismo scolastico istituzionale
Nel pensiero libertario e nella storia del movimento anarchico il tema della educazione ha sempre avuto un ruolo centrale e di grande rilievo Esiste quindi una lunga tradizione a cui rifarsi, che continua ad aggiornarsi e arricchirsi, e che merita di essere conosciuta e approfondita, in grado di fornire – almeno in parte – ancora risposte valide e spunti per il presente. Il tema dell’educazione libertaria appare comunque di notevole rilevanza e attualità soprattutto oggi, in un contesto caratterizzato dalla crisi della scuola istituzionale tradizionale e dalla nascita – in molti paesi del mondo e anche in Italia – di esperienze di nuove ‘comunità educanti’ autogestite. A presentare queste esperienze e a discutere delle problematiche ad esse legate saranno coinvolti dei relatori particolarmente qualificati. Di fatto, si tratta del primo ciclo di incontri di questo genere a livello nazionale, inteso come momento di riflessione ad ampio raggio e rivolto a un pubblico vasto, essendoci stati finora soltanto degli incontri tra addetti ai lavori (in particolare nell’ambito della “Rete per l’educazione libertaria”).
Gli incontri sono aperti a tutti. Sono invitati in particolare insegnanti, studenti, genitori, più in generale chiunque lavori nel mondo della scuola e della formazione e/o abbia interesse per i temi pedagogici e della educazione.
Curatore del ciclo è Andrea Papi, educatore e saggista, socio della BLAB. In concomitanza con il ciclo d’incontri, dal 21 ottobre nei locali della Biblioteca comunale di Castel Bolognese, è allestita un’esposizione di testi e documenti dedicati all’educazione libertaria, forniti dalla Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” e dall’Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana (Imola)
In allegato: programma.
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