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Posted: Dicembre 19th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Torino, Anarres. La strage di Stato dopo 48 anni
Il 15 dicembre, data impressa a fuoco nella memoria dei movimenti dell’ultimo mezzo secolo,abbiamo fatto un nuovo viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.
Sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Nel nuovo orario dalle 11 alle 13. Anche instreaming
Ascolta il podcast:
http://radioblackout.org/2017/12/anarres-del-15-dicembre-la-strage-di-stato-dopo-48-anni-scuole-libertarie-conflitto-e-percorsi-decisionali-le-seduzioni-elettoraliste-della-siniostra-radicale-notizie-dal-fronte/
in questa puntata:
Sono passati 48 anni dalla Strage di Piazza Fontana, dalle bombe alla banca dell’Agricoltura, dai 17 morti del 12 dicembre. La polizia, indirizzata dall’ufficio affari riservati del ministero dell’Interno, fece partire le retate contro gli anarchici.
Centinaia vennero portati in questura. Pietro Valpreda venne accusato della strage. Giuseppe Pinelli, anarchico, ferroviere, partigiano, attivo nel sostegno ai prigionieri politici entrò in questura a cavallo della sua bici il 12 dicembre. Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre venne gettato dal quarto piano.
I movimenti che in quegli anni avevano riempito le piazze e fatto tremare padroni e governanti, diedero un segnale forte e chiaro: gli anarchici sono innocenti, la strage è di Stato.
Ce ne ha parlato Massimo Varengo, un compagno milanese, che attraversò quella stagione tragica, che mostrò l’intrinseca criminalità del potere.
Le scuole libertarie da qualche anno sono diventate una realtà nel nostro paese: tante esperienze diverse accomunate dalla comune tensione a costruire ambiti relazionali il cui soggetto siano i bambini e le bambine. In questi mesi si è sviluppato un importante dibattito nella rete per l’educazione libertaria. Due i temi principali: come arrivare a decisioni condivise, come gestire il conflitto, ritta la barra della tensione libertaria.
Ne abbiamo parlato con Francesco Codello, anarchico, pedagogo, tra i promotori della Rete.
Un altro giro di danza. Delle seduzioni elettoraliste della “sinistra radicale”. Con Lorenzo Coniglione
Un po’ di notizie dal fronte.
Il Ministero della Difesa e quello del Lavoro e dell’Istruzione, Università e Ricerca hanno firmato il protocollo per fare l’alternanza scuola lavoro nelle forze armate.
I militari a scuola di repressione interna
La prossima campagna d’Africa dell’esercito italiano sarà nel sahel, in Niger. Sulla carta una missione contro il terrorismo nel cuore della Franc’Afrique. Nei fatti porre le basi per la costruzione di campi di prigionia per migranti sud della Libia.
Posted: Dicembre 19th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Modena. Fascismo democratico
In merito ai nazisti e fascisti a Modena.
In merito al presidio antifascista del 15 dicembre.
Quando il nemico siamo noi e non i fascisti.
Questore e Sindaco legittimano i fascisti e i nazisti in città cambiando da corteo a presidio la loro manifestazione, con il gioco delle tre carte, il medaglia d’oro al valor militare della resistenza l’hanno messo sotto ai piedi.
Per venerdì 15 dicembre ho richiesto un presidio in Largo Garibaldi, una telefonata della questura mi invitava a richiedere Largo Porta Bologna dove comunque a loro dire, eravamo visibili, cosa che ho fatto. Mi viene autorizzato Largo Porta Bologna, con bandiere, striscioni, musica e volantinaggi.
Arrivo il 15 dicembre alle ore 20 in via Emilia e mi vengono chiesti i documenti per entrare nella piazza che a me era stata autorizzata.
Gli urlo che a nessuno vanno chiesti i documenti per partecipare ad un presidio antifascista.
Il presidio contava già 300 persone, mi dirigo sul lato della piazza verso Largo Garibaldi e trovo un enorme schieramento di polizia con scudi, caschi e manganelli già pronti in mano.
Urlando invito la polizia a spostarsi sul lato di Martiri della Libertà perché questi erano gli accordi sulla visibilità della nostra piazza e che loro non potevano stare così al ridosso del presidio e per di più sulla piazza a me autorizzata. Era una enorme provocazione, e chiara. La piazza era completamente blindata. Il presidio aumenta a 400 compagni e compagne. Cerco di fare entrare da Largo Garibaldi l’auto con l’amplificazione per fare una assemblea ed uscire dalla piazza in qualche modo perché la trappola fascista era evidente. La macchina non la fanno entrare, la tensione in piazza sale a dismisura, mi sposto su via Emilia-Canalgrande per cercare di fare entrare da quella parte la macchina con l’impianto, a quel punto i botti e le cariche della polizia. Torno verso Porta Bologna con l’autorizzazione in mano per capire cosa era successo e se il presidio era da considerarsi sciolto e ricevo due calci democratici in pancia. Il resto non lo conosco.
Proprio la sera, 48 anni dopo, dell’assassinio di Giuseppe Pinelli anarchico, militante USI ucciso dallo Stato per coprire la Strage di Piazza Fontana di Milano eseguita dai fascisti.
L’atteggiamento del questore è stato un atteggiamento che ha cercato lo scontro, dove non esiste la libertà ma la costrizione, l’accerchiamento, l’asfissia e poi le cariche.
La deriva fascista delle istituzioni è lenta ma continua.
La polizia ormai è al servizio del fascismo di Stato e del fascismo dei fascisti.
Il 16 gennaio 2016 ci viene vietato come USI un presidio in Piazza Matteotti in concomitanza con l’autorizzazione a Roberto Fiore di un comizio.
Il sindaco continua a negarci la restituzione del patrimonio storico distrutto dai fascisti nel 1923.
Il 21 ottobre l’USI Modena comunica un presidio davanti a Benetton in Via Emilia in solidarietà al popolo Mapuche ed il questore pretende che lo facciamo davanti a Nespresso, a 50 metri di distanza, i fogli di via del decreto Minniti stanno colpendo sempre più e anche i nostri militanti, i manifestanti No Tap a cui legano le braccia coi lacci e l’elenco sarebbe infinito.
Esprimo solidarietà a tutti quelli e a tutte quelle colpite dai manganelli e dalla repressione.
Ringrazio tutti e tutte le aderenti USI presenti e quanti e quante erano presenti al presidio.
Evitiamo, compagni e compagne di cadere nelle trappole in cui ci stanno attirando, continuiamo la lotta antifascista e continuiamo ad estenderla a tutta la società, non perdiamo di vista il nostro obiettivo.
Ultima cosa, nella serata del 15, siamo andati in questura a chiedere notizie dei due fermati, come al solito ci hanno preso per il culo, dicendoci che erano stati fermati 2 di Modena, infatti erano di fuori, siamo usciti ricordandogli di Giuseppe Pinelli, Federico Aldrovandi, Uva e tanti altri.
Bertoli Franco segretario nazionale USI-AIT
http://www.usi-ait.org/index.php/notizie/1476-fascismo-democratico

Posted: Novembre 14th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Massenzatico/Reggio emilia. UMANITA’ NOVA IN FEST(A)
sabato 18 novembre 2017
UMANITA’ NOVA IN FEST(A)
Massenzatico/Reggio emilia
presso il circolo Cucine del Popolo – Via beethoven 78/eH 18.00 – DIBATTITO CON LA REDAZIONE/AMMINISTRAZIONE
H 20.30 – CENA DI AUTOFINANZIAMENTO PER IL GIORNALE (con alternativa menù Vegan)
A seguire
CONCERTO CON ALESSIO LEGA
https://www.facebook.com/events/1947728062149889/
Posted: Novembre 14th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Savignano sul Rubicone. STREET PARADE ANTIFASCISTA
DOMENICA 12 NOVEMBRE 2017 – STREET PARADE ANTIFASCISTA A SAVIGNANO SUL RUBICONE (fc)
CONCENTRAMENTO ORE 14:00 IN PIAZZA GIOVANNI XXIII
PARTENZA CORTEO ORE 15:00
Parata musicale per le strade di Savignano, contro razzismo e fascismo e per la chiusura della sede neofascista di “Identità e tradizione”, aperta da poco in paese.
NO BORDER – NO FASCISM!

Posted: Novembre 14th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Radiocane. L’immondo del lavoro, voci blues da un hotel
L’ascesa di Milano nel gotha del turismo di lusso continua inarrestabile e i giornali non smettono un mattino di tesserne l’enfatico elogio. Ma spente le luci delle grandi insegne stellate anche i migliori hotel rivelano l’occulto segreto di ogni ricchezza che si accumuli: lo sfruttamento.
Quattro voci ci raccontano cosa significhi lavorare nel settore alberghiero. Sono tutte donne e percepiscono sì un salario, ma si percepiscono “schiave”. Puliscono camere a cottimo nei lussuosi hotel della capitale del ghell, dove hanno imparato fin troppo bene la differenza tra una notte a quattro stelle e una giornata di merda.
ascolta: L’immondo del lavoro. Voci blues da un hotel
Posted: Novembre 14th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Il migliore amico del fascismo
Il migliore amico del fascismo.
Le elezioni di Ostia permettono di fare alcune riflessioni sul pericolo fascista oggi in Italia e sui migliori mezzi per contrastarlo.
Domenica 5 novembre si sono svolte le elezioni ad Ostia, uno dei municipi in cui è diviso il Comune di Roma. Una lista fascista, presentatasi alle elezioni, ha ottenuto 4.862 voti, mentre nel 2016, alle elezioni per il Comune di Roma, la stessa lista ne aveva ottenuti 1.150. In termini percentuali, questi fascisti sono passati dall’1,99 al 7,69 per cento.
Questi risultati danno un’impressione contraddittoria: il raggruppamento fascista ha più che raddoppiato i voti, ma in termini percentuali appare quadruplicato. Questo è possibile perché il numero dei votanti è bruscamente calato, passando dal 56,1 del 2016 al 36,1 del 2017. Un tracollo della partecipazione al rito elettorale, su cui ha certo influito il lungo commissariamento e il maltempo che ha flagellato il litorale romano per la prima parte della giornata di domenica.
La crescita dei fascisti, quindi, si accompagna alla crescita dell’astensionismo. Quindi, anche i fascisti cantano vittoria e se i mezzi di comunicazione li considerano i veri vincitori delle elezioni; possiamo ritenere che la loro demagogia razzista e interclassista, le violenze e il sostegno della mafia locale non sono riusciti, per ora, a fare breccia in quegli strati popolari e proletari che hanno perso la fiducia nel metodo elettorale. Ci troviamo di fronte ad uno spostamento di voti, un rimescolamento all’interno della destra (M5S, Forza Italia, Fratelli d’Italia); al cui interno venature fasciste, revisioniste, razziste e integraliste non mancano certo, accomunate alla paura del rosso e della classe operaia.
Quindi questo risultato, se ci dice qualcosa sulla incapacità dei fascisti di fare breccia (per ora) fra i ceti popolari, ci dice anche che la classe dominante e i suoi servi si rivolgono al fascismo per spingere all’estremo lo sfruttamento e la repressione nei confronti del resto della società, il fascismo, per le classi privilegiate, è la forma politica con cui rispondono all’intensificarsi della lotta di classe, alla crisi del controllo sociale.
Tutto bene quindi? Tutt’altro. Se la demagogia non riesce a fare breccia, i fascisti hanno sempre a disposizione la violenza per fare breccia fra l’opposizione delle masse, e proprio il litorale romano vede da anni episodi violenti, aggressioni contro attivisti o simpatizzanti antifascisti, che hanno portato anche a omicidi, che frettolosamente gli inquirenti hanno considerato risse.
Si tratta quindi di non abbassare la guardia, e di contenere i gruppi fascisti con ò’antifascismo militante, l’autodifesa di massa e la controinformazione.
Questo però rischia di non essere sufficiente.
Quegli stessi ceti popolari e proletari che hanno perso la fiducia nel metodo elettorale, che sono refrattari alla demagogia fascista più o meno mascherata, sono le vittime delle politiche fasciste che i governi italiani, da quelli di destra, a quelli tcnici fino a quelli di centrosinistra, si acaniscono contro le condizioni di vita e di lavoro, contro le libertà collettive ed individuali. Le riforme fiscali, il prolungamento del tempo di lavoro, il taglio dei salari, i regali all’oligarchia finanziaria, la politica di guerra all’estero e nelle strade sono tutti esempi della crscente fascistizzazione delle istituzioni. Una fascistizzazione di cui non sono responsabili i nostslgici, i fascisti del terzo millennio: il primo responsabile della politica di fascistizzazione è il Partito Democratico.
Ecco allora che ingigantire il pericolo delle liste demagogiche, razziste, integraliste, fasciste e lanciare appelli all’unità, in vista di un “voto utile” per fermare il pericolo fascista, appelli che coinvolgono anche esponenti del PD o comunque coinvolti nelle politiche antiproletarie, finirebbe per favorire la fascistizzazione dello Stato, i veri fascisti che hanno governato in questi ultimi anni. Soprattutto, chi si facesse portatore di una più o meno velata alleanza con il Partito Democratico, perderebbe ogni possibilità di conquistarsi un ascendente nei confronti delle grandi masse che non vanno più a votare, che hanno perso fiducia, in primo luogo, proprio nel Partito Democratico, e aspettano una indicazione concreta di lotta, e non un generico richiamo a quei valori che hanno mascherato l’attacco alle conquiste del movimento operaio.
Chi oggi continua a fare affidamento nel metodo elettorale, chi cerca alleanze con i responsabili delle politiche di guerra e di miseria, è in realtà il migliore amico del fascismo, perché in fondo preferisce uno Stato, sia pure fascista, alla Rivoluzione Sociale.
Richiamare le autorità al rispetto della Costituzione, alla repressione dei fenomeni fascisti è un’arma a doppio taglio: per ogni manifestazione fascista vietata ce ne sono dieci degli oppositori delle politica governativa, c’è la crescente limitazione del diritto di sciopero, ci sono i DASPO urbani, i fogli di via, gli sgomberi. La repressione del fascismo folkloristico è quindi un’altro aspetto della fascistizzazione dello Stato.
I presidi antimilitaristi del 4 novembre, che quest’anno sono stati fatti propri anche dalla rete NonUnaDiMeno, e gli scioperi del 27 ottobre e del 10 novembre indicano la strada su cui lavorare e dal cui rafforzamento può svilupparsi l’azione antifascista. Sul terreno dell’autorganizzazione e dell’azione diretta
Tiziano Antonelli
Posted: Novembre 14th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Torino. Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 10 novembre
Nuovo viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Nel nuovo orario dalle 11 alle 13. Anche in streaming
Ascolta il podcast:
http://radioblackout.org/2017/11/anarres-del-10-novembre-anarchia-e-natura-il-gender-e-il-vaticano-4-novembre-la-psichiatria-uccide-la-vio-me-occupata-e-autogestita/
In questa puntata:
Esiste una “natura” umana?
Abbiamo ripreso la chiacchierata con Francesco Codello iniziata due settimane fa con una prima sortita tra le pagine de “La condizione umana nel pensiero libertario”, il suo libro uscito quest’anno per i tipi di Eleuthera.
La teoria del gender e il Vaticano. Ne abbiamo discusso con Maurizio Nicolazzo, attivista glbtq
Una giornata contro il militarismo. Sul 4 novembre, la festa degli assassini
Andrea Soldi ucciso dalla psichiatria
Vio.Me. occupata e autogestita a Salonicco.
Ne abbiamo parlato con Massimiliano Barbone
Quando il padrone è scappato con la cassa, gli operai della Vio.Me hanno occupato la fabbrica e hanno cominciato a produrre saponi e detersivi con materiali locali ed ecologici.
Tutti hanno la stessa paga e c’è la condivisione delle competenze e la rotazione degli incarichi.
Nella fabbrica c’è un ambulatorio medico aperto a tutti quelli che non possono pagare le cure o non hanno i documenti: poveri, disoccupati, immigrati senza carte.
Ogni notte da anni fanno i turni di guardia per evitare lo sgombero. Ogni volta che c’è un’asta per vendere i macchinari o i terreni operai e solidali vanno in tribunale per bloccarla.
Posted: Novembre 14th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Torino. Il 4 novembre dei senzapatria
In piazza Castello tutto era pronto per la cerimonia militarista con la quale lo Stato celebra la festa delle forze armate e dell’unità nazionale. Un tempo era la festa della vittoria nella guerra per spostare un confine, per il potere e la gloria di casa Savoia. Oggi è la cornice per le missioni di guerra delle truppe tricolori in Iraq, in Afganistan, in Libano, in Kosovo, in Bosnia, nel Mediterraneo e per le strade delle nostre città.
Gli antimilitaristi si sono dati appuntamento in piazza Statuto per dirigersi in piazza Castello. Una manifestazione molto comunicativa con cartelli, volantini, musica, interventi e un carretto con esposizione degli ultimi modelli di armi prodotte in Italia hanno attraversato via Garibaldi diretti in piazza Castello. La celere in antisommossa si è schierata per impedire l’ingresso in piazza.
É scattata un’azione teatrale di contestazione alla cerimonia militarista che ha tenuto incollati molti passanti che assistevano e leggevano il volantino. Un bombardamento, lo strazio della morte, la beffa della retorica tricolore con i morti coperti dai colori della bandiera. Poi una scena di ribellione e diserzione. Mentre tre drappi verdi, bianchi e rossi si stagliavano di fronte ad una scena di desolazione ed un militare si strappava la divisa, la polizia si è avventata sulla stoffa strappandola. Si sono alzati cori di protesta, finché, dopo qualche tempo il blocco di polizia si è sciolto e gli antimilitaristi sono entrati in piazza. I burattini in divisa avevano già terminato la cerimonia. Anche quest’anno con un discreto anticipo sulla tabella di marcia.
I senzapatria si sono dati appuntamento al 29 novembre in via Po per un presidio di contestazione della mostra-mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra in programma all’Oval Lingotto. Ogni due anni questo mercato, riservato agli addetti ai lavori – governi, imprenditori armieri, capi militari e ditte mercenarie, mette in mostra i giocattoli che seminano morte in ogni dove.
Di seguito il volantino distribuito in piazza:
4 novembre. Festa degli assassini
Niente pace per chi fa guerra
Il 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine.
Il 4 novembre è la festa degli assassini. La divisa e la ragion di stato trasformano chi uccide, occupa, bombarda, in eroe.
In questi anni lungo i confini d’Italia si sta combattendo una guerra feroce contro la gente in viaggio, contro chi fugge conflitti dove le truppe italiane sono in prima fila.
I battaglioni d’élite dell’esercito tricolore sono impegnati in 36 missioni di guerra: 34 all’estero in 23 paesi, due in Italia.
Le principali sono in Afganistan, Iraq, Libano, Libia, Kosovo, Somalia, nel Mediterraneo. L’impegno più importante è l’operazione “Strade sicure”, che impiega 7.000 soldati.
Nelle guerre moderne muoiono più civili che militari. I soldati sono professionisti super addestrati, strumenti costosi e preziosi da preservare, mentre le persone senza divisa diventano obiettivi bellici di primaria importanza in conflitti che giocano la carta del terrore, per piegare la resistenza delle popolazioni che serve sottomettere, per realizzare i propri obiettivi di dominio.
Al riparo delle loro basi, i piloti dei droni, sparano come in un videogioco.
Questi giocattoli letali costano molto meno di un bombardiere. Un Predator armato costa 4 milioni di dollari contro i 137 di un F35.
L’Italia è in guerra da decenni ma la chiama pace. È una guerra su più fronti, descritta come intervento umanitario, ma nei fatti è occupazione miliare, bombe, tortura e repressione.
Per trarci in inganno trasformano la guerra in filantropia planetaria, le bombe mezzi di soccorso.
Gli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa, sono nel Mediterraneo e sulle frontiere fatte di nulla, che imprigionano uomini, donne e bambini.
Guerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia.
Torino è uno dei principali centri dell’industria aerospaziale bellica.
L’industria di guerra non va mai in crisi. L’industria bellica italiana fa affari con chiunque.
L’Europa ha pagato miliardi al governo turco, l’Italia foraggia i trafficanti libici perché blocchino le partenze, chiudendo uomini, donne e bambini in lager dove stupri, torture e morte sono il pane quotidiano. Li allontanano dalla vista e se ne lavano le mani. In Siria, in Iraq, in Afganistan, in Libia si combatte con armi che spesso sono costruite a due passi dalle nostre case.
A Torino e Caselle c’è l’Alenia, la sua “missione” è fare aerei militari: gli Eurofighter Thypoon, i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35 sono costruite ed assemblate dall’Alenia.
Giocattoli costosi che hanno un unico impiego: uccidere.
Lo Stato italiano investe ogni ora due milioni e mezzo di euro in spese militari.
Le prove generali dei conflitti di questi anni vengono fatte nelle basi militari sparse per l’Italia.
La rivolta morale non basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.
Negli ultimi anni sono maturate esperienze che provano a saldare il rifiuto della guerra con l’opposizione al militarismo: il movimento No F35 a Novara, i no Muos che si battono contro le antenne assassine a Niscemi, gli antimilitaristi sardi che lottano contro poligoni ed esercitazioni. Anche nelle strade delle nostre città, dove controllo militare e repressione delle insorgenze sociali sono ricette universali, c’è chi si oppone alla militarizzazione delle periferie, ai rastrellamenti, alle deportazioni.
Per fermare la guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le strade.
Contro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre!
Qui qualche foto della giornata:
www.anarresinfo.noblogs.org
Posted: Novembre 14th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Rimini. Conflitto, lotte sociali e identità di classe di fronte alle trasformazioni della economia e del mondo del lavoro
Il Gruppo FAI e la Biblioteca Albert Libertad di Rimini organizzano per
Sabato 18 novembre 2017
h. 15.00 – 18.30
presso l’Istituto Scienze dell’Uomo, via Tonini 5 (Centro Storico) Rimini
una tavola rotonda sui temi:
Conflitto, lotte sociali e identità di classe di fronte alle trasformazioni della economia e del mondo del lavoro
Parteciperanno:
TONI IERO
Analista economico e osservatore dei fenomeni economici internazionali.
Ha pubblicato “Forza, Italia!” e “Il messaggio della grande crisi dei mutui. Reddito, avidità e debiti nella grande crisi di inizio secolo”. Scrive sul mensile Cenerentola articoli di natura economica.
Altri suoi scritti sono pubblicati sulla rivista on-line “economiaepolitica”.
ANDREA PAPIInsegnante della primissima infanzia in pensione, anarchico, scrittore, collaboratore di “A-Rivista anarchica” e diverse altre pubblicazioni anarchiche e libertarie, tra cui gli ultimi due saggi “Per un nuovo umanesimo anarchico” e “Quando ero la dada coi baffi”. I suoi testi pubblicati, racconti e scritti inediti, oltre agli articoli, sono citati e proposti sul suo sito:http://www.libertandreapapi.it/
Ingresso libero e gratuito.
Info mail: libertad_fai_rimini@yahoo.it
Posted: Ottobre 20th, 2017 | Author: Circolo Culturale Libertario Rimini | Filed under: General | Commenti disabilitati su Castel Bolognese, 22 ottobre 2017. Convegno su “Educazione e libertà”
Biblioteca Libertaria “Armando Borghi”
Convegno su “Educazione e libertà”
Castel Bolognese, 22 ottobre 2017
La Biblioteca Libertaria “Armando Borghi” (BLAB), in collaborazione con l’Assemblea degli Anarchici Imolesi, la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane” di Castel Bolognese e il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE) – Gruppo Territoriale di Ravenna, organizza un Convegno nazionale sulla Educazione libertaria.
Il Convegno avrà luogo a Castel Bolognese, nel Teatrino del Vecchio Mercato, via Rondanini 19. Il titolo del Convegno, che si terrà la domenica 22 ottobre 2017, con inizio alle ore 9:30 e termine verso le ore 18:00, è “Educazione e Libertà”.
L’iniziativa si inserisce all’interno di un percorso di approfondimento dei temi legati alla Educazione libertaria che la BLAB ha avviato da tempo, e che ha avuto un momento particolarmente significativo nel ciclo di incontri “Vaso, creta o fiore? Educare alla libertà”, articolato in 3 conferenze serali e in 2 seminari, svoltosi nell’autunno del 2016.
Nel pensiero libertario e nella storia del movimento anarchico il tema della educazione ha sempre avuto un ruolo centrale e di grande rilievo Esiste quindi una lunga tradizione a cui rifarsi, che continua ad aggiornarsi e arricchirsi, e che merita di essere conosciuta e approfondita, in grado di fornire – almeno in parte – ancora risposte valide e spunti per il presente. Il tema dell’educazione libertaria appare di notevole rilevanza e attualità soprattutto oggi, in un contesto caratterizzato dalla crisi della scuola istituzionale tradizionale e dalla nascita – in molti paesi del mondo e anche in Italia – di esperienze di nuove ‘comunità educanti’ autogestite. A presentare queste esperienze e a discutere delle problematiche ad esse legate saranno coinvolti dei relatori particolarmente qualificati, alcuni dei quali esponenti di primo piano della “Rete per l’educazione libertaria”(REL). Tra i relatori saranno presenti anche pedagogisti e insegnanti che lavorano – o hanno lavorato per molti anni – nella scuola pubblica statale, che potranno dare un contributo alla discussione sulla base della propria esperienza. A caratterizzare il Convegno – e a renderlo, nelle intenzioni degli organizzatori, particolarmente interessante e stimolante – dovrebbe essere proprio la pluralità e la diversità dei punti di vista e delle esperienze, pur all’interno di un “sentire comune” di fondo.
Il Convegno è aperto a tutti. Sono invitati in particolare insegnanti, studenti, genitori, più in generale chiunque lavori nel mondo della scuola e della formazione e/o abbia interesse per i temi pedagogici e della educazione. Grazie alla collaborazione con il Movimento di Cooperazione Educativa, ente riconosciuto dal MIUR, agli insegnanti presenti che ne faranno richiesta sarà rilasciato un Attestato di partecipazione valido ai fini dell’aggiornamento.
Curatore del Convegno è Andrea Papi, educatore e saggista, socio della BLAB.
PROGRAMMA del Convegno.
Sessione del mattino (dalle ore 9:30 alle 13:00):
Andrea PAPI: Primi passi: dal seme al fiore
Francesco CODELLO: L’educazione libertaria: dalla storia all’attualità
Giulio SPIAZZI: Un cammino nell’educazione libertaria: dalla scuola autogestita, alla comunità auto-educante non adulto-centrica
Raffaele MANTEGAZZA: La scuola dei borghesi si abbatte e non si cambia. O no?
Sessione del pomeriggio (dalle ore 14:30 alle 18:00):
Filippo TRASATTI: Mirabili contraddizioni: esperienze di libertà in uno spazio chiuso
Maurizio GIANNANGELI: L’educazione che ribolle: 10, 100, 1000 scuole
Thea VENTURELLI: I fiori delle comunarde a Urupia
Dibattito (dalle ore 17:00)
Per ulteriori info contattare Andrea Papi: tel. 0543 60404 /papiandrea1221@gmail.com
Sito web BLAB: http://bibliotecaborghi.org
Sito web REL: www.educazionelibertaria.org
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